Il magico mondo dell’arte tessile

Il magico mondo dell’arte tessile

“Tenendo per mano il sole”

MARIA LAI

Prendo direttamente da La Nuova Sardegna, febbraio 2021:

“Ulassai, Maria Lai continua a far parlare di sé.  La Fondazione Stazione dell’Arte ha reso omaggio a Maria Lai dando all’Artista la rilevanza che merita nel panorama artistico nazionale. Ne è testimone la recente iniziativa del Ministero per i Beni culturali che, a fine anno, attraverso la Soprintendenza delle Belle Arti di Nuoro e Sassari, ha avviato il procedimento per dichiarare il Museo “en plein air” di Ulassai, costituito dalle dieci opere che Maria Lai ha realizzato nel suo paese d’origine, sito di interesse culturale nazionale”.
Un primo, fondamentale passaggio che non solo preserverà il sito museale da manomissioni e consentirà l’arrivo di finanziamenti ministeriali destinati al restauro delle opere. Attualmente il Museo a lei dedicato è in piena attività perché ospita, in modo continuativo, mostre di Artisti contemporanei.
La straordinaria figura di Maria Lai ha, finalmente, il suo Museo che testimonia il suo impegno verso la comunità d’origine perché i suoi lavori sono l’espressione di una stessa coerente poetica, sempre ricca di impegno civile e di amore per la comunità di appartenenza.
Che dire, la voglia di visitare la Sardegna, anche per moltissime altre ragioni, aumenta.
In occasione del Centenario della nascita di Maria Lai il MAXXI di Roma le aveva dedicato una Mostra importante con ben 200 delle sue opere. L’abbiamo tutti salutata con gioia e massimo interesse.

Il titolo, “Tenendo per mano il sole”, già ci faceva sognare.
Ne ha colto benissimo il senso la scrittrice Michela Murgia nella sua presentazione.
Un richiamo forte percorre tutto il lavoro di Maria Lai della sua terra natale, la Sardegna.
Se non fosse stato per lei, Ulàssai, questo paesino dell’Ogliastra, nord est dell’Isola, inerpicato su una base di ‘tacchi’ calcarei ricoperti di pini e lecci che gli danno un aspetto quasi montano, nessuno l’avrebbe conosciuto.
Qui è nata Maria Lai nel 1919 a fine settembre.
Qui sorge (mi ripeto) “Il Museo all’aperto Maria Lai”,  i suoi lavori esposti un po’ dappertutto e sono i testimoni di un legame forte, fortissimo con il luogo.
Qui vicino, in un antico lanificio si produce lana, cotone e lino sardo, e si realizzano tessuti, tappeti, tende, copriletto tutti con l’immagine, nero su bianco, della capra, un tema ricorrente legato a quella terra e ripetuto in molte delle sue opere.
L’eredità artistica di Maria non sta tutta lì, è sparsa nei musei d’Arte contemporanea di tutto il mondo, perché lungo tutta la sua vita è stata presentata e apprezzata da molte Biennali d’Arte.

Non è un banale luogo comune ma, si sa, il Sardo è legato alle tradizioni, ai miti della terra d’appartenenza e Maria ne è un forte esempio, anche se lei seppe ampliare i suoi interessi così da avere un posto di rilievo  nel mondo dell’Arte internazionale.  Non è che l’Isola le stesse stretta, dalla sua terra aveva tratto l’ispirazione, ma il desiderio di sapere, di stare nel mondo la condusse altrove. La sua vita è stata segnata da esperienze profonde dentro e fuori il mondo dell’Arte, quello ufficiale, ma era comunque inevitabile che quel mondo stesso l’avrebbe cercata e seguita. Uno per tutti l’Accademia di Belle Arti di Venezia dove le fu maestro Arturo Martini.
Questo incontro fu fondamentale per la sua formazione. Con Martini colloquiò e si chiarì su forma e spazi, e come aveva fatto lui, liberò i suoi orizzonti ( erano gli anni ’40 ).

Il suo intento era quello di ricucire il mondo usando quel materiale tessile che conosceva benissimo.
Disegno, pittura, scrittura Maria si presenta con i suoi fili. Ricami surreali quasi grovigli di fili, diventano espressione di un’umanità, di un mondo dal quale trarre ispirazione continua per il suo lavoro.
Diventa anche letterata, una scrittrice che esercita una funzione tutta sua con le fiabe e racconti costruiti coi suoi materiali preferiti: le forme di pane scolpite, i telai, le tele e i libri scritti con il filo, cuciti.

Sento che ci manca qualcosa perché per lei, vorrei metterci qualcosa di mio. L’ho conosciuta tardi e l’ho amata subito. Mi univa a lei l’affinità e l’amore per l’Arte tessile e l’espressione di questa attraverso i tempi e nei mondi pressoché sconosciuti. Era antica e moderna, femminile, era sempre sé stessa, non uguale, sempre diversa.
“…praticamente, quando mi sono ritrovata fuori dal mondo dell’arte, che ho rifiutato, ho ricominciato a giocare, come quando ero bambina con tutti i materiali a portata di mano.”
E aveva ragione, perché nella memoria dell’infanzia noi ritroviamo il meglio e le ragioni di noi stessi, di quello che siamo.
Voglio invitare lettori e lettrici a guardare con attenzione il lavoro di questa grande Artista italiana.

 

Tullia Ferrero
dilettante e appassionata di Arte tessile

 

Bibliografia

Un consiglio  per saperne molto di più :
Giovanni Rossi “La fata operosa” vita e opere di Maria Lai
In coda al libro tutte le informazioni sui numerosi articoli apparsi su periodici e quotidiani con firme prestigiose

FOTO: per un repertorio di rango vedi quelle di Gianni Berengo Gardin

 

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MIGRANTI

Il tema di questo progetto, lanciato e promosso da un’Artista amica, Annamaria Brenti, mi ha subito coinvolta, vi ho aderito con entusiasmo. Le adesioni furono numerosissime e i lavori, provenienti da tutta Italia, furono raccolti in una Mostra collettiva impressionante. Ospitati a Verona, nella grande Sala della Gran Guardia tutti i pannelli (150x70cm), uniti in un serpentone di 70 metri, nell’aprile del 2019 costituirono il clou dell’annuale Mostra dell’Associazione Arte tessile “Ad Majora” di Verona.

La mia esperienza nel campo tessile non vanta capolavori, ma mi ha aiutato ad approfondire una nicchia artistica che appartiene proprio alle donne, così antica e diffusa in tutto il mondo, che mi ha spinto a scriverne e ricercare.

“Odissee” (avevo da poco visto e ammirato l’interessante Mostra a Torino sullo stesso tema), questo è il titolo scelto per il mio pannello, ispirato all’eterna ricerca dell’uomo della libertà e della conoscenza. Comincia da Ulisse, dalla sua nave e dal suo viaggio di ricerca, e continua attraverso i millenni.

La storia dell’”homo sapiens” è una storia di migrazioni.

L’indifferenza e la crudeltà di quello stesso homo ha permesso che migliaia di suoi simili scomparissero nei nostri mari. Ho cercato di rappresentare questa tragedia distribuendo tasselli rossi in un mare scuro e in subbuglio sotto un cielo corrusco senza speranza.

Il modello prescelto, all’interno degli infiniti creati attraverso il tempo dalle donne che praticano l’Arte tessile in tutto il mondo, è conosciuto col nome “finestre di cattedrale”, un lavoro che la tradizione richiede sia fatto a mano. La mia speranza è che questo pannello fornisca un momento di riflessione, di commozione.

 

Tullia Ferrero

Vorrei donare questo pannello all’Associazione “Altre Vie” di Garbatella perché lo proponga per una riflessione ai Soci e amici, sulla solidarietà e la fratellanza.

Quelle che vedete sono alcune foto scattate al pannello in fase di lavorazione o di particolari ’finestre’.