Kantha per Arte Morbida
KANTHA
“Quilting prima del quilting”
Kantha dal sanscrito “kontha” è davvero un’arte antica. La leggenda racconta che Buddha e i suoi discepoli si proteggessero dal freddo con coperte realizzate cucendo insieme molti strati di stoffa, una vera forma di quilting, tenuto insieme con un punto semplicissimo.
Nasce in Bangladesh-West Bengala ed è una forma di ricamo in cui si usa un punto dritto che possiamo avvicinare al nostro punto di imbastitura, a volte così fitto da assomigliare a un rammendo(tradotto: straccio, avanzo di stoffa).
Realizzato dalle donne negli spazi di tempo liberi dalle attività familiari nelle comunità contadine, divenne col tempo l’espressione dell’immaginazione di quelle stesse donne che si dedicavano a questa pratica per bisogno. Questo panno ricamato, che riesce ad avere le più svariate misure, era destinato a molti usi tra cui scialli, coperte, cuscini e tappeti.
In alcuni casi, i punti disegnano bellissimi motivi di fiori, privilegiato il loto, e non mancano uccelli, animali, forme geometriche; l’albero della vita, l’elefante simboli mitologici e religiosi della religione hindu, così come la rappresentazione delle attività quotidiane e richiami alle tradizionali divinità di quella religione.
Una forma di riuso e riciclo degli abiti. Cinque, anche sei sari (abito tradizionale indiano) uniti tra loro usando un filo spesso quasi sempre bianco raramente colorato. Le filze, quasi simmetriche, gli conferiscono un effetto leggermente rugoso e ondulato. Può essere assimilato al “boro” giapponese, che privilegia il blu e i disegni geometrici. Se si esplora il mondo tessile in estremo Oriente, ormai sotto gli occhi di tutte, specialmente per noi appassionate di patch/quilting, le affinità di tutte queste pratiche tessili, alle quali le donne si applicano con passione e creatività, si allinea e non si sovrappone a quello tradizionale delle quilter in tutto il mondo. Oggi esiste una comunicazione più ricca, che provvede a diffondere l’Arte tessile, in tutte le sue forme e manifestazioni, servendosi proficuamente dei collegamenti on-line.
L’ICH – “Intoccabile eredità culturale” un’Istituzione importante che dedica la sua opera alla ricerca e alla conservazione delle tradizioni, ha incluso il “kantha” tra le più importanti testimonianze della storia, tramandata di generazione in generazione, testamento di una cultura che è tutta al femminile.
Il fascino del kantha per me consiste, oltre alla sua simbologia e storia, nel colore e nella fantasia, priva di confini di alcune artiste che lo contaminano con il quilting della tradizione. Continuiamo a cercare, le affinità sono tante e ci uniscono.
Tullia Ferrero per ARTE MORBIDA
www.tuttoditullia.it
Le fonti: Niaz Zaman con una selezione di articoli pubblicati su “Asian Journal of Science and Technology”. Davvero molto interessanti.